Jesús Rafael Soto (Ciudad Bolìvar, Venezuela 1923 – Parigi, Francia 2005) pittore e scultore venezuelano, è uno dei maggiori esponenti dell’arte cinetica.
Dopo gli studi alla Escuela de Artes Plásticas di Caracas, dal 1947 in poi, mentre lavora come direttore alla Escuela de Bellas Artes in Maracaibo, inizia a interessarsi all’astrazione geometrica.
Nel 1950 si trasferisce a Parigi e, poco dopo il suo arrivo, espone al Salon des Réalités Nouvelles e comincia a frequentare artisti come Vasarely, Klein, Tinguerly, Bury e Spoerri.
Nel 1955 espone con il Gruppo ZERO e partecipa alla mostra Le Mouvement presso la galleria di Denise René, mostra che lancia il movimento dell’arte cinetica.
Cercando di andare oltre la rappresentazione bidimensionale, l’artista esplora la tridimensionalità introducendo il movimento attraverso un dispositivo ripetitore o sovrapponendo degli strati di plexiglas dipinto. Utilizzando questo dispositivo, nel 1957, produce la prima serie di Vibrations – opere realizzate accostando un groviglio di fili metallici o materiali trovati per strada su un fondo rigato bianco e nero.
Sistematizzando questo metodo, Soto comincia a sovrapporre vari elementi su sfondi a strisce, come aste sospese, quadrati in metallo o quelli che lui chiama “Tes” – piccoli pezzi di metallo a forma di T.
Nel 1967, realizza i suoi primi Penetrables, opere composte da fili di nylon e tubi sottili sospesi nello spazio.
Nel 1968, tiene le sue prime due grandi mostre personali alla Kunsthalle di Berna e allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Seguiranno le personali al Musée de la Ville de Paris nel 1969, al Guggenheim Museum di New York nel 1974 e al Museo de Arte Contemporáneo de Caracas nel 1983.
Realizza numerose opere monumentali come: due murales Mur cinétique nella sede dell’UNESCO a Parigi (1969), Hall and restaurant of the personnel al Grand Hall de la Régie Renault, sempre a Parigi (1975), Suspended Virtual Volume alla Royal Bank di Toronto (1977), Volumen Virtual Suspendido al Centro Benaven, a Caracas (1979) e il Volume Virtuel al Centro Pompidou (1987).
Nel 1973, Soto apre il Museo de Arte Moderno Jesús Soto a Ciudad Bolivar, che ospita una considerevole collezione dei suoi lavori e di opere di artisti d’avanguardia, tra cui Arp, Malevich e Man Ray.
Dopo gli studi alla Escuela de Artes Plásticas di Caracas, dal 1947 in poi, mentre lavora come direttore alla Escuela de Bellas Artes in Maracaibo, inizia a interessarsi all’astrazione geometrica.
Nel 1950 si trasferisce a Parigi e, poco dopo il suo arrivo, espone al Salon des Réalités Nouvelles e comincia a frequentare artisti come Vasarely, Klein, Tinguerly, Bury e Spoerri.
Nel 1955 espone con il Gruppo ZERO e partecipa alla mostra Le Mouvement presso la galleria di Denise René, mostra che lancia il movimento dell’arte cinetica.
Cercando di andare oltre la rappresentazione bidimensionale, l’artista esplora la tridimensionalità introducendo il movimento attraverso un dispositivo ripetitore o sovrapponendo degli strati di plexiglas dipinto. Utilizzando questo dispositivo, nel 1957, produce la prima serie di Vibrations – opere realizzate accostando un groviglio di fili metallici o materiali trovati per strada su un fondo rigato bianco e nero.
Sistematizzando questo metodo, Soto comincia a sovrapporre vari elementi su sfondi a strisce, come aste sospese, quadrati in metallo o quelli che lui chiama “Tes” – piccoli pezzi di metallo a forma di T.
Nel 1967, realizza i suoi primi Penetrables, opere composte da fili di nylon e tubi sottili sospesi nello spazio.
Nel 1968, tiene le sue prime due grandi mostre personali alla Kunsthalle di Berna e allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Seguiranno le personali al Musée de la Ville de Paris nel 1969, al Guggenheim Museum di New York nel 1974 e al Museo de Arte Contemporáneo de Caracas nel 1983.
Realizza numerose opere monumentali come: due murales Mur cinétique nella sede dell’UNESCO a Parigi (1969), Hall and restaurant of the personnel al Grand Hall de la Régie Renault, sempre a Parigi (1975), Suspended Virtual Volume alla Royal Bank di Toronto (1977), Volumen Virtual Suspendido al Centro Benaven, a Caracas (1979) e il Volume Virtuel al Centro Pompidou (1987).
Nel 1973, Soto apre il Museo de Arte Moderno Jesús Soto a Ciudad Bolivar, che ospita una considerevole collezione dei suoi lavori e di opere di artisti d’avanguardia, tra cui Arp, Malevich e Man Ray.