Fausto Melotti (Rovereto, 1901 – Milano, 1986) è uno scultore e un pittore, ma anche scrittore e teorico.
Melotti si laurea in ingegneria presso il Politecnico di Milano, e successivamente deciderà di dedicarsi esclusivamente all’arte, in particolare alla scultura. Dopo la laurea studierà a Torino con Pietro Canonica, iscrivendosi poi all’Accademia di Brera, dove diviene allievo di Adolfo Wildt.
Durante il suo percorso artistico entrerà in contatto con i più grandi artisti, architetti e scrittori del Novecento: da Fortunato Depero a Lucio Fontana, da Gio Ponti a Italo Calvino.
Fausto Melotti si ispira all’architettura dei Greci, alla pittura di Piero della Francesca e alla musica di Bach.
Nel 1935 aderisce al gruppo degli astrattisti milanesi della Galleria del Milione, partecipando alla prima mostra collettiva di arte astratta nello studio di Casorati e Paulucci a Torino. Sempre in questi anni Melotti farà parte del movimento francese Abstraction–Création, fondato a Parigi nel 1931, con lo scopo di promuovere e diffondere l’opera degli artisti non figurativi. Nello stesso anno presenterà la sua prima personale presso la Galleria del Milione. Nel 1966 parteciperà alla Biennale di Venezia.
Nel 1973 consegue l’importante Premio Rembrandt, e nel 1977 il Premio Biancamano. Melotti è anche scrittore e poeta. Tra i suoi libri Il triste minotauro (’71), Lo spazio inquieto (’71), Linee (‘75). Durante la 42° edizione della Biennale di Venezia gli viene conferito il Leone d’oro alla memoria. Il Museo MADRE di Napoli nel 2012 ha presentato una sua importante retrospettiva.
© Fausto Melotti