Hans Hartung nasce a Lipsia nel 1904, è stato un pittore franco-tedesco tra i maggiori esponenti europei dell’arte astratta e del Tachismo.
Dal 1912 al 1914 si trasferisce con la famiglia a Basilea, viene educato alla musica e studia astronomia, filosofia, fotografia, prima di dedicarsi alla pittura.
È un uomo colto e interessato al lavoro di Rembrandt e Goya, affascinato dall’espressionismo tedesco, in particolare da Kokoschka e Nolde.
A soli 17 anni, Hans Hartung inizia a sperimentare l’astrazione, eliminando completamente gli elementi figurativi dalle sue composizioni pittoriche.
Nel 1925 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Dresda, nella quale assiste a una conferenza di Kandinsky, che lo influenzerà in modo determinante, non da discepolo ma da compagno di lavoro, i due infatti resteranno sempre legati da un rispetto e da una stima reciproca. Nel ’28 incontra Anna-Eva Bergman, giovane artista espressionista norvegese che diventerà sua moglie nel ’29.
Nel 1931 viene organizzata la sua prima esposizione personale alla Galerie Heinrich Kühl di Dresda.
La guerra lo vede coinvolto in modo drammatico: arresto, amputazione di una gamba e divorzio dalla moglie che però incontrerà nuovamente e risposerà nel 1952. L’esistenza di Hartung è una sommatoria di musicalità, segno, materia, dramma e luce. La sua forza non è nella forma ma nei vortici, nelle striature, nei graffi nelle tracce che lascia sui supporti. Dramma e sofferenza diventano segno astratto sempre guidato dalla passione.
Nel 1960 Hartung riceve il Gran Premio della Biennale di Venezia e una serie di onorificenze militari. Nel ’76 pubblica un libro con le sue memorie e nel ’77 entra a far parte dell’Académie des Beaux-Arts di Parigi, da qui in poi le mostre si susseguono tra personali, retrospettive, spaziando dalla pittura alla fotografia, dalla litografia all’incisione.
Muore ad Antibes nel 1989, dove oggi è possibile visitare la Foundation Hartung Bergman.
© Galerie Boulakia