Jean Fautrier è un pittore e scultore, nato a Parigi nel 1898, esponente del Tachisme e protagonista dell’arte informale francese. A quattordici anni entra alla Royal Academy di Londra per passare poi alla Slade School. Nel 1917 viene arruolato nell’esercito e nel ’20 si stabilisce a Parigi. Si lega a Paul Guillaume nel ’27, ma scioglie il contratto nel ’30 proprio a causa della sua visione che dal figurativo passa all’informale, di cui sarà uno dei massimi esponenti nel secondo dopoguerra. Lascia Parigi nel ’34 e vive facendo il maestro di sci e l’albergatore in Alta Savoia. Nel ’40 rientra a Parigi e nel ’42 espone dipinti figurativi alla galleria Poyet. Poi arrivano gli Ostaggi. Una trentina di esemplari realizzati tra il ’42 e il ’45, in mostra alla galleria Drouin nell’autunno del ’45. Dopo la forza di questa esposizione Jean Fautrier si ferma dedicandosi alle illustrazioni per Gallimard e alla realizzazione di opere grafiche. Viaggia in Italia, Spagna, Portogallo, Scozia, Stati Uniti, Belgio e Olanda. Tornerà alla pittura nel ’54 con gli Oggetti e i Nudi e l’esposizione alla Galerie Rive Droite di Parigi. La sua consacrazione avviene nel giro di qualche anno, nel ’59 è a Documenta cui seguirà nel ’60 il Gran Premio alla XXX Biennale di Venezia ex equo con Hans Hartung. È stimato e ammirato da critici, intellettuali e poeti, tra gli altri Giulio Argan, Palma Bucarelli, Giuseppe Ungaretti (amico e compagno di viaggio in Giappone e Medio Oriente) e Francesco Arcangeli. Del ’61 è il Gran Premio internazionale alla Biennale di Tokio cui seguono mostre personali e retrospettive in musei svizzeri, europei e nel resto del mondo.
Muore a Châtenay-Malabry nel 1964.
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