novembre – dicembre 2015
Nel 1972 per la prima volta il pubblico italiano ammirò le esuberanti opere di Key Hiraga (1936-2000), eclettico artista giapponese. Dopo quasi mezzo secolo, Studio Gariboldi è lieto di presentare una mostra retrospettiva dedicata all’artista, riproponendo le opere della serie “Dalla elegante vita di Mr. K.” realizzate negli anni Sessanta e Settanta.
Key Hiraga, dopo essersi laureato all’Università di Tokyo, si dedica completamente alla pittura e dal 1956 comincia a partecipare a diverse collettive. L’inizio della sua carriera artistica si rivela da subito brillante, ottiene una borsa di studio grazie alla quale si trasferisce a Parigi nel 1965.
Un trasferimento cruciale per il giovane artista, che dopo un certo shock culturale, arricchisce la sua poetica, in quel momento caratterizzata dal quasi totale monocromatismo, con un’esplosione di colori.
Hiraga non perde occasione di prendere ispirazione dal luogo in cui vive, il quartiere di Pigalle, dove osserva la vita notturna parigina, che traduce in scene particolarmente comiche e vivaci, aggiungendo figure immaginarie, uomini misteriosi e donne lussuriose.
William Lieberman, curatore del Museo dell’Arte Moderna di New York, visitando lo studio di Hiraga, rimase colpito dai suoi lavori e decise di includerli nella mostra New Japanese Painting and Sculpture nel 1966:
Quegli anni segnarono il periodo di progressiva liberazione degli artisti giapponesi dal peso della tradizione, che nelle tele di Hiraga, esiste per essere superata. L’artista infatti sente un forte bisogno di sottolineare l’importanza degli istinti e della natura primordiale dell’essere umano, lottando contro la morale imposta e la meccanizzazione della società moderna.
Nel 1966-1967 Hiraga entra a far parte del gruppo ORA, legato al critico d’arte Gérald Gassiot-Talabots, che lo colloca all’interno della cosiddetta Figurazione Narrativa, lontana sia dalla neutralità sociale della Scuola di Parigi sia dal formalismo della Pop Art americana.
Scrive Gérald Gassiot –Talabots:
“A vedere le forme inquietanti, teste sotto sopra pettinate e con i cappelli a bombetta, in mezzo ad una foresta di simboli in cui il sesso ha un posto dominante, a decifrare questi tatuaggi complicati, queste lingue-cravatte dai colori insolenti, queste rose equivoche, questi allegri nottambuli che hanno dimenticato le leggi di gravità, il minimo che si possa dire, è che Hiraga è un pittore che non ha i piedi per terra.”
A queste parole si aggiungeranno, nel 1969, quelle di R.C. Kenedy in Paris Letters su Art International:
“(…) come i topi, trasporta i valori parassitici di una pestilenza che viene dall’avere desideri repressi. Parla dell’anelito e ne illustra la sua forza astratta. Hiraga dota la sua opera dell’irresistibile immagine epidemica e per essa esige la grandeur metafisica della mera bellezza – un concetto estraneo alle nozioni del buono e del cattivo adattate alla moda”.
Ma chi è davvero Mr. K., il protagonista di questi lavori di Hiraga? Mr. K. (o Mr. H.) è un personaggio misterioso, alter ego dell’artista, che nasce nella sua immaginazione e vive sulla tela. Esplorando le relazioni tra i sessi opposti e descrivendo un mondo dove l’erotismo è protagonista, Mr. K. con il suo cappello a bombetta e la giacca elegante, appare come un gentleman inglese dell’inizio del XX secolo. Un mix di ironia e surrealismo voyeristico si mescolano all’interno delle composizioni uniche e complesse, curate fino al minimo particolare.