Angelo Savelli (1911- Catanzaro| 1995 Castello di Boldeniga, Brescia) è stato un pittore italiano, noto come il Maestro del Bianco.
Nel 1944 è tra i promotori con Severini e Prampolini dell’Art Club, un’associazione artistica indipendente lontana da tutti i manifesti del periodo, e partecipa alle mostre che vengono organizzate a Il Cairo, Alessandria d’Egitto e Buenos Aires. Nel 1948 si reca a Parigi dove inizia quella che lui stesso definisce “Linea zero“ e tabula rasa, una serie di lavori realizzati attraverso l’impiego soltanto di linee e strutture geometriche fondamentali.
Nel 1953 sposa Elisabeth Harold, giornalista, scrittrice e poeta. Con lei parte per New York dove decide di stabilirsi. Di fronte al suo nuovo studio ci sono quelli di Franz Kline e Willem De Kooning. Conosce Leo Castelli e nel 1957 partecipa a una collettiva presso la sua galleria, l’anno successivo vi terrà una personale. Del 1957 è il suo primo dipinto totalmente bianco, titolato “Fire Dance”. Da quel momento Savelli elimina dalla tavolozza i colori e il bianco diventa il medium con cui per quasi quattro decenni esprimerà la sua astrazione spirituale.
1964 è invitato alla XXXII Biennale Internazionale di Venezia, dove propone litografie e rilievi litografici e vince il Gran Premio per la Grafica.
Nel 1984 espone le opere “bianco su bianco” al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, punto di svolta per tutte le mostre successive.
Nel 1991 espone alla Galleria d’Arte Niccoli, a Parma, e sempre nello stesso anno viene inaugurato il Centro d’Arte Contemporanea Angelo Savelli a Lamezia Terme.
Nell’inverno del 1995 si trasferisce in Italia per seguire l’organizzazione della sala personale alla Biennale di Venezia e dell’antologica al Museo Pecci di Prato, inaugurate nello stesso anno.
Nel 1944 è tra i promotori con Severini e Prampolini dell’Art Club, un’associazione artistica indipendente lontana da tutti i manifesti del periodo, e partecipa alle mostre che vengono organizzate a Il Cairo, Alessandria d’Egitto e Buenos Aires. Nel 1948 si reca a Parigi dove inizia quella che lui stesso definisce “Linea zero“ e tabula rasa, una serie di lavori realizzati attraverso l’impiego soltanto di linee e strutture geometriche fondamentali.
Nel 1953 sposa Elisabeth Harold, giornalista, scrittrice e poeta. Con lei parte per New York dove decide di stabilirsi. Di fronte al suo nuovo studio ci sono quelli di Franz Kline e Willem De Kooning. Conosce Leo Castelli e nel 1957 partecipa a una collettiva presso la sua galleria, l’anno successivo vi terrà una personale. Del 1957 è il suo primo dipinto totalmente bianco, titolato “Fire Dance”. Da quel momento Savelli elimina dalla tavolozza i colori e il bianco diventa il medium con cui per quasi quattro decenni esprimerà la sua astrazione spirituale.
1964 è invitato alla XXXII Biennale Internazionale di Venezia, dove propone litografie e rilievi litografici e vince il Gran Premio per la Grafica.
Nel 1984 espone le opere “bianco su bianco” al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, punto di svolta per tutte le mostre successive.
Nel 1991 espone alla Galleria d’Arte Niccoli, a Parma, e sempre nello stesso anno viene inaugurato il Centro d’Arte Contemporanea Angelo Savelli a Lamezia Terme.
Nell’inverno del 1995 si trasferisce in Italia per seguire l’organizzazione della sala personale alla Biennale di Venezia e dell’antologica al Museo Pecci di Prato, inaugurate nello stesso anno.