Sérgio de Camargo è uno scultore brasiliano, nato a Rio de Janeiro nel 1930.
Dopo gli studi all’Accademia di Altamira, con maestri come Emilio Pettoruti e Lucio Fontana, si iscrive alla facoltà di Filosofia alla Sorbonne di Parigi.
A 18 anni intraprende un lungo viaggio per visitare l’Europa, conosce Arp, Henri Laurens, Georges Vantongerloo e Brancusi, che maggiormente influenzerà il giovane artista grazie alla sua visione del mondo naturale e del linguaggio dei materiali.
Una volta tornato in Brasile, de Camargo si interessa dei movimenti Neo-Concreti Costruttivisti e della Op-Art, scoprendo come le forme volumetriche possano catturare le qualità immateriali dell’essere. La modulazione della luce e della forma, come espressione del sentimento, diventa il punto focale della sua opera.
Dal 1961 al 1974 vive a Parigi, dove, nel 1963, si unisce al Groupe de Recherche d’Art Visuel (GRAV). Sempre nello stesso anno riceve il Premio Internazionale di Scultura alla Biennale di Parigi. In questo periodo si concentra sulla creazione di superfici bianche monocrome, utilizzando forme parallelepipede e rilievi lignei cilindrici.
Nel 1964 la galleria Signals di Londra tiene la sua prima mostra personale e nel 1965 espone alla sua prima mostra museale al Museu de Arte Modern do Rio de Janeiro in Brasile. Seguono numerose esposizioni internazionali, tra le più importanti la Biennale di San Paolo del 1965, dove vince la medaglia d’oro, la Biennale di Venezia del 1966 e quella del 1982 e la partecipazione a Documenta, Kassel nel 1968.
Sempre negli anni ’60, Camargo inizia a sperimentare le sue idee utilizzando il marmo di Carrara, creando sculture di grandi dimensioni, che si possono ammirare ancora oggi al Centre Hospitalier Universitaire a Bordeaux e al Palacio Itamaraty a Brasilia.
Nel 1973 ritorna definitivamente in Brasile e nel 1977 vince il Premio per la Scultura assegnatogli dalla Associazione dei Critici d’Arte di San Paolo. Negli anni ’80, Camargo comincia a lavorare con il marmo nero, materiale che ha la capacità di assorbire la luce, che diventa un riflesso, forma e spazio.
Nel 2000, il Paço Imperial, Rio de Janeiro apre uno spazio espositivo permanente dedicato all’artista, che include una replica del suo studio d’arte a Jacarepaguá in Brasile. Il lavoro di Camargo è stato oggetto di importanti retrospettive, tra le più importanti: al Museu de Arte Moderna, Rio de Janeiro nel 1993, allo Stedelijk Museum di Schiedam nel 1994 e all’Instituto de Arte Contemporânea, São Paulo, nel 2010. Muore a Rio de Janeiro, la sua città, nel 1990.
Dopo gli studi all’Accademia di Altamira, con maestri come Emilio Pettoruti e Lucio Fontana, si iscrive alla facoltà di Filosofia alla Sorbonne di Parigi.
A 18 anni intraprende un lungo viaggio per visitare l’Europa, conosce Arp, Henri Laurens, Georges Vantongerloo e Brancusi, che maggiormente influenzerà il giovane artista grazie alla sua visione del mondo naturale e del linguaggio dei materiali.
Una volta tornato in Brasile, de Camargo si interessa dei movimenti Neo-Concreti Costruttivisti e della Op-Art, scoprendo come le forme volumetriche possano catturare le qualità immateriali dell’essere. La modulazione della luce e della forma, come espressione del sentimento, diventa il punto focale della sua opera.
Dal 1961 al 1974 vive a Parigi, dove, nel 1963, si unisce al Groupe de Recherche d’Art Visuel (GRAV). Sempre nello stesso anno riceve il Premio Internazionale di Scultura alla Biennale di Parigi. In questo periodo si concentra sulla creazione di superfici bianche monocrome, utilizzando forme parallelepipede e rilievi lignei cilindrici.
Nel 1964 la galleria Signals di Londra tiene la sua prima mostra personale e nel 1965 espone alla sua prima mostra museale al Museu de Arte Modern do Rio de Janeiro in Brasile. Seguono numerose esposizioni internazionali, tra le più importanti la Biennale di San Paolo del 1965, dove vince la medaglia d’oro, la Biennale di Venezia del 1966 e quella del 1982 e la partecipazione a Documenta, Kassel nel 1968.
Sempre negli anni ’60, Camargo inizia a sperimentare le sue idee utilizzando il marmo di Carrara, creando sculture di grandi dimensioni, che si possono ammirare ancora oggi al Centre Hospitalier Universitaire a Bordeaux e al Palacio Itamaraty a Brasilia.
Nel 1973 ritorna definitivamente in Brasile e nel 1977 vince il Premio per la Scultura assegnatogli dalla Associazione dei Critici d’Arte di San Paolo. Negli anni ’80, Camargo comincia a lavorare con il marmo nero, materiale che ha la capacità di assorbire la luce, che diventa un riflesso, forma e spazio.
Nel 2000, il Paço Imperial, Rio de Janeiro apre uno spazio espositivo permanente dedicato all’artista, che include una replica del suo studio d’arte a Jacarepaguá in Brasile. Il lavoro di Camargo è stato oggetto di importanti retrospettive, tra le più importanti: al Museu de Arte Moderna, Rio de Janeiro nel 1993, allo Stedelijk Museum di Schiedam nel 1994 e all’Instituto de Arte Contemporânea, São Paulo, nel 2010. Muore a Rio de Janeiro, la sua città, nel 1990.