Giuseppe Penone, nato nel 1947 a Garessio (Cuneo), è uno dei più importanti esponenti dell’Arte Povera. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Torino, dove conosce Giovanni Anselmo e Michelangelo Pistoletto.
A soli 21 anni partecipa alla sua prima esposizione al Deposito d’arte Presente e realizza la serie Alpi Marittime, con cui sostiene il principio d’identità tra l’uomo e la natura. Al 1969 risalgono i suoi primi Alberi, creati scorticando una trave e seguendo l’anello di crescita della pianta. Negli anni ne realizza diverse varianti che trovano la loro logica nell’idea di Ripetere il bosco. Con questo titolo accosta Alberi diversi allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1980 e al Castello di Rivoli nel 1991.
Dopo la prima personale da Gian Enzo Sperone nel 1969, seguono le rassegne “Conceptual Art Arte Povera Land Art” alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino e “Information” al Museum of Modern Art di New York nel 1970.
In Rovesciare i propri occhi del 1970 e Svolgere la propria pelle del 1971, Penone inizia ad indagare il rapporto tra il corpo umano e l’ambiente esterno. Le impronte dell’artista sui vetri di una finestra della Kunsthalle Fridericianum di Kassel a Documenta 5 nel 1972 ne sono una testimonianza.
Con i cicli Pressione (dal 1974) e Palpebre (dal 1977) riflette sull’immagine automatica e inconscia dell’impronta, trasformandola in conscia e volontaria. Fotografa un’impronta, la proietta ingrandita su diversi supporti e la rileva con il carboncino o la grafite. In questo modo l’artista arriva a svolgere la propria pelle sulle pareti di uno spazio, come nelle mostre al Kunstmuseum di Lucerna nel 1977, al Museum of Modern Art di New York nel 1982 o al Musée d’Art Moderne de la Ville a Parigi nel 1984.
Nel 1978, realizza la serie Soffi, dando forma materiale al proprio respiro. Nel 1978 la serie sarà presente alla 38ª alla Biennale di Venezia e nella personale al Museum Folkwang di Essen.
Nel 1982 comincia la serie dei Gesti vegetali e a partire dal 1987, realizza grandi sculture di vetro in forma di unghia che colloca a contatto con materiali naturali. A loro è interamente dedicata la mostra al Musée Rodin di Parigi nel 1988.
Seguiranno diverse serie, tra le quali Trappole di luce (dal 1993), Propagazioni (dal 1994), Pelle di foglie (1999), Pelle di marmo e spine d’acacia (dal 2000) esposte al Musée d’Orsay di Parigi e alla Fujikawa Gallery di Osaka.
Nel 2007 rappresenta l’Italia alla 52ª Biennale di Venezia, presentando l’opera Albero di cuoio.
Dopo sessant’anni dall’inizio della sua carriera artistica, Giuseppe Penone continua a lavorare e a vivere a Torino.
A soli 21 anni partecipa alla sua prima esposizione al Deposito d’arte Presente e realizza la serie Alpi Marittime, con cui sostiene il principio d’identità tra l’uomo e la natura. Al 1969 risalgono i suoi primi Alberi, creati scorticando una trave e seguendo l’anello di crescita della pianta. Negli anni ne realizza diverse varianti che trovano la loro logica nell’idea di Ripetere il bosco. Con questo titolo accosta Alberi diversi allo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1980 e al Castello di Rivoli nel 1991.
Dopo la prima personale da Gian Enzo Sperone nel 1969, seguono le rassegne “Conceptual Art Arte Povera Land Art” alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino e “Information” al Museum of Modern Art di New York nel 1970.
In Rovesciare i propri occhi del 1970 e Svolgere la propria pelle del 1971, Penone inizia ad indagare il rapporto tra il corpo umano e l’ambiente esterno. Le impronte dell’artista sui vetri di una finestra della Kunsthalle Fridericianum di Kassel a Documenta 5 nel 1972 ne sono una testimonianza.
Con i cicli Pressione (dal 1974) e Palpebre (dal 1977) riflette sull’immagine automatica e inconscia dell’impronta, trasformandola in conscia e volontaria. Fotografa un’impronta, la proietta ingrandita su diversi supporti e la rileva con il carboncino o la grafite. In questo modo l’artista arriva a svolgere la propria pelle sulle pareti di uno spazio, come nelle mostre al Kunstmuseum di Lucerna nel 1977, al Museum of Modern Art di New York nel 1982 o al Musée d’Art Moderne de la Ville a Parigi nel 1984.
Nel 1978, realizza la serie Soffi, dando forma materiale al proprio respiro. Nel 1978 la serie sarà presente alla 38ª alla Biennale di Venezia e nella personale al Museum Folkwang di Essen.
Nel 1982 comincia la serie dei Gesti vegetali e a partire dal 1987, realizza grandi sculture di vetro in forma di unghia che colloca a contatto con materiali naturali. A loro è interamente dedicata la mostra al Musée Rodin di Parigi nel 1988.
Seguiranno diverse serie, tra le quali Trappole di luce (dal 1993), Propagazioni (dal 1994), Pelle di foglie (1999), Pelle di marmo e spine d’acacia (dal 2000) esposte al Musée d’Orsay di Parigi e alla Fujikawa Gallery di Osaka.
Nel 2007 rappresenta l’Italia alla 52ª Biennale di Venezia, presentando l’opera Albero di cuoio.
Dopo sessant’anni dall’inizio della sua carriera artistica, Giuseppe Penone continua a lavorare e a vivere a Torino.