RÊVERIES
tredici artisti francesi del dopoguerra
La mostra RÊVERIES conduce lo spettatore nel mondo affascinante dell’arte informale francese. Attraverso l’uso di colori e forme gli artisti hanno trasformato la tela in un luogo di sperimentazione, dove l’istinto e le emozioni guidano la creazione artistica.
RÊVERIES offre uno sguardo intimo su come i tredici maestri hanno reinterpretato il concetto stesso di arte.
PRIMA SALA
La poesia dell’astrazione
La prima sala inizia con l’opera Hauts matin (olio su tela applicata su tavola, cm 37×82) di Jean Messagier, datata 1958, uno sguardo sulla sua interpretazione dell’astrazione spontanea. Messagier è un caposcuola dell’astrazione lirica, i suoi dipinti evocano un mondo onirico, come in questo caso vaste distese indeterminate di colore monocromo che testimoniano la sua attenzione nei confronti della natura, dell’aria e della luce. La gestualità spontanea nell’opera Hauts matin diventa anche forma di un’espressione liberatoria.
La forza della geometria astratta
In dialogo con l’opera di Jean Messagier, il secondo quadro esposto è l’opera fortemente gestuale di André Marfaing, titolata 4.Juillet 70 (acrilico su tela, cm 89×116)del 1970. Marfaing utilizza il pennello con precisione quasi architettonica, trasmettendo una sensazione di potenza e ordine in un contesto informale. L’opera presenta una geometria astratta, in cui il bianco e il nero creano un dialogo visivo intenso.
La danza dinamica del segno
Nell’opera Composition T1961-H38 (olio su tela, cm 61×162), realizzata nel 1961, Hans Hartung utilizza la tecnica del grattage. L’artista è un pioniere dell’informale e sperimenta questa tecnica verso la fine degli anni ’50, creando composizioni in cui linee e macchie si fondono in un’armonia cromatica dinamica. Il quadro rappresenta perfettamente il suo approccio innovativo all’arte, definendo un nuovo linguaggio visivo che esprime l’energia e la vitalità dell’atto creativo.
La sinfonia cromatica delle geometrie
A concludere la prima sala troviamo l’opera Composition rouge, jaune, noir gris (olio su tela, cm 90×115) di Serge Poliakoff del 1969. L’artista è considerato un’icona dell’informale francese, ci invita all’interno di una sinfonia cromatica mediante la sua interpretazione dell’astrazione geometrica. All’interno dell’opera esposta in mostra, si può riconoscere la compostezza e l’armonia della materia, frutto di venti anni di ricerca e di esperienza dell’artista.
SECONDA SALA
L’arte cinetica di Pol Bury
Ponctuation (materiali vari assemblati con motore, cm 60×45) del 1961 è la fusione di forme geometriche e movimento meccanico. Negli anni ’60 Pol Bury sviluppa la sua inconfondibile poetica cinetica, creando opere che sfidano la percezione e invitano lo spettatore a un’esperienza visiva unica. Nel ’61 l’artista realizzerà la serie “Ponctuations érectiles” che comprende lavori composti da basi in metallo con fili di nylon, creando una relazione tra parti mobili e parti immobili.
L’intensità dell’informale materico
Accanto all’installazione del maestro cinetico, è esposta Interférences II (tecnica mista su carta applicata su tela, cm 38×55), 1963, di Jean Fautrier. La sua pittura, spesso caratterizzata da strati di materia densa e colori mutevoli, offre una visione penetrante delle tensioni psicologiche dell’essere umano. Fautrier trasmette un senso di drammaticità e forza espressiva attraverso le pennellate audaci.
L’innovazione dell’arte programmatica
L’opera Seule droite traversant 2 carrés dans 2 plans différents (grafite su tela, cm 40×80) del 1978 di François Morellet è caratterizzata dalla sua consueta precisione matematica, ed evidenzia la sua straordinaria capacità di coniugare la razionalità a un’estetica provocatoria e coinvolgente.
L’astrazione geometrica di Aurélie Nemours
Alla fine della seconda sala troviamo l’opera L’arbre (olio su tela, cm 74×61) della pittrice e poetessa Aurélie Nemours.
La sua ricerca artistica si concentra sull’essenza della forma, delle linee rette e del colore, Nemours rifiuta le linee curve poiché concepite come ‘ambigue’. È dal 1965 che il quadrato diventa il formato essenziale del suo lavoro, questo le permetterà di esplorare l’angolo retto, il bianco, il nero e, più tardi, il monocromo. L’opera esposta datata 1969 ne è l’esempio perfetto.
TERZA SALA
L’esplorazione dell’espressionismo astratto
L’opera in mostra Sans titre (olio su tela, cm 100×73) del 1956 presenta le cromie tipiche del paese d’origine dell’artista, l’Algeria. Jean-Michel Atlan è un pittore gestuale che sfida le convenzioni artistiche, i suoi lavori sono caratterizzati da un simbolismo magico di matrice africana, con reminiscenze precolombiane. I suoi lavori presentano forme astratte che ricordano il mondo animale.
Le linee fluide e le forme astratte di André Lanskoy
L’opera Sans titre (olio su tela, cm 60×70) degli anni ’60 di André Lanskoy è composta da un’armoniosa fusione di colori e linee fluide che si intrecciano in una coreografia visiva. Nel suo lavoro è possibile osservare una rottura delle forme e la trasformazione in un assemblaggio delle stesse in colori tenui.
L’armonia della luce e del colore
Le opere di Alfred Manessier, influenzate dalla spiritualità e dalla natura, presentano una palette cromatica ricca. Manessier utilizza la pittura come mezzo per esplorare le dimensioni spirituali dell’arte. La tela Dimanche matin sur l’estacade (olio su tela, cm 117×89.5) del 1948, tra le opere più importanti dell’artista, richiama i colori delle vetrate prodotte in quegli anni per le cattedrali francesi. L“estacade” di cui l’opera porta il titolo è uno dei suoi soggetti iconici della fine degli anni ’40.
L’esplorazione concettuale della forma e dello spazio
L’opera Peinture 32/E (olio su tela, cm 81×100) del 1960 realizzata da Gérard Schneider si colloca al crocevia tra l’arte concettuale e l’astrazione lirica. I lavori di Gérard Schneider sono caratterizzati da una ricerca geometrica astratta che sfida le convenzioni tradizionali. Schneider utilizza forme e strutture per creare composizioni che invitano a una riflessione approfondita sulla relazione tra spazio e forma.
Dalla figurazione all’astrazione
Chiude la terza sala L’arbre rouge (olio su tela, cm 22.7×28) di Maurice Estève realizzato nel 1948. Di forza gioiosa e vitale l’opera presenta colori intensi e forme astratte intrecciate. È proprio alla fine degli anni ’40 che Estève attraversa un periodo di eclissi della figurazione in favore dell’astrazione di cui questo quadro è un felice risultato.
“Braccio bianco / Immobile / Mano di sirena / Inutile / Seme d’ebano / Forma umana / Amore / Piuma di un’alba calda / Ti chiamo / Serena equità / Cristallo / È una calma acqua di sorgente / L’orizzontale / O la lanterna / Le mie mani nella notte / La zattera dondolante / E voi gente vaga / Bolla / Siete silenzio”
“Braccio bianco / Immobile / Mano di sirena / Inutile / Seme d’ebano / Forma umana / Amore / Piuma di un’alba calda / Ti chiamo / Serena equità / Cristallo / È una calma acqua di sorgente / L’orizzontale / O la lanterna / Le mie mani nella notte / La zattera dondolante / E voi gente vaga / Bolla / Siete silenzio”