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Mostre
Robert Doisneau
07.10.2025
Robert Doisneau
La mostra Robert Doisneau. Instants Donnés segna il ritorno delle fotografie di Robert Doisneau a Parigi.
L’esposizione Robert Doisneau. Instants Donnés, allestita nel Musèe Maillol, in Rue de Grenelle, prorogata fino al 19 ottobre, propone al pubblico un nucleo di circa 350 fotografie di vario formato. Immagini iconiche sono esposte accanto a serie completamente nuove che documentano la capacità del fotografo di raccontare con le sue immagini gli esseri umani, in ambienti che vanno dalla fabbrica, alla scuola, alla strada. Fatica, dolore, gioia, tenerezza sono solo alcune delle emozioni che Doisneau è in grado di provocare nello spettatore. Particolarmente interessanti per noi, i ritratti degli artisti nei loro atelier, in particolare Alfred Manessier, che dipinge nel suo spazio a Houx (1966) o Jean Paul Riopelle, fotografato nel suo studio in mezzo a lavori di grande formato, (1956). Tra gli altri Picasso, Giacometti, Léger e Braque. Una sezione della mostra è dedicata ai ritratti degli scrittori, tra cui spiccano il famoso scatto a Simone de Beauvoir che sta scrivendo alla Brasserie Deux Magots, nel 1944 e a Marguerite Duras, radiosa, seduta immancabilmente a un tavolino de Le Petit Saint Benoit nel 1955 a Parigi.
Mostre
Pierre Soulages
25.09.2025
Pierre Soulages
Musèe Du Luxembourg, Parigi
Dal 17 ottobre 2025 al 11 gennaio 2026
A volte cerchiamo la luce nel buio. Pierre Soulages faceva questo. Segni semplici, decisi, nero e bianco, con qualche rara eccezione per il colore. Nel Musèe Du Luxembourg, cornice meravigliosa nel centro di Parigi, prende forma una mostra composta da 130 opere realizzate dagli anni ‘40 agli anni 2000, 25 delle quali mai viste dal pubblico. Il supporto è la carta, che diventa preziosa tanto che alla fine del percorso ci dimentichiamo del supporto perché tale è la potenza del segno impresso sulla superficie.
Piccoli frammenti di bianco riescono a illuminare tele dominate dal nero, la magia di Soulages, maestro del nero, è questa, recuperare tutti i frammenti di luce residua, un’altra luce, che esiste e che resta fondamentale per la vita di noi tutti.
Nell’allestimento sono presenti due video interviste all’artista che rendono evidente la sua poetica e la determinazione nel perseguire la propria ricerca.
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Autoritratto
02.09.2025
Carla Lonzi è una scrittrice, poeta e critica d’arte che ha contribuito a scardinare il rapporto di potere critico-artista. Il suo modo di riflettere sulla critica d’arte trova la sua manifestazione completa nel volume Autoritratto (1969) dove Lonzi è in relazione con quattordici artisti attivi negli anni Sessanta: Carla Accardi, Getulio Alviani, Enrico Castellani, Pietro Consagra, Luciano Fabro, Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Mario Nigro, Giulio Paolini, Pino Pascali, Mimmo Rotella, Salvatore Scarpitta, Giulio Turcato, Cy Twombly. Il volume nasce dalla raccolta e dal montaggio di discorsi tra lei e gli artisti, registrati e ricomposti liberamente dall’autrice stessa, in modo da riprodurre “una specie di convivio”. Per l’autrice il risultato è “reale” anche se i colloqui non si sono svolti nell’unità di tempo e di luogo. In Autoritratto la voce di Lonzi si mescola a quella degli artisti, il dialogo è paritario e mai giudicante o di sopraffazione. “Oggi si può essere vicino agli artisti anche ascoltandoli e poi riascoltandoli (…). Però, come puoi, dopo aver fatto un gesto come questo (…) rifare il vecchio gesto.”
Il volume è a cura di Annarosa Buttarelli, filosofa e responsabile del Fondo Carla Lonzi presso la Galleria nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Ci interessa perché Carla Lonzi con questo libro è stata rivoluzionaria per la critica d’arte e anche per la pratica dell’ascolto. All’interno del volume sono inoltre contenute riflessioni e rivelazioni dei nostri maggiori artisti degli anni Sessanta, che ogni lettore e collezionista avrà il piacere di scoprire.
Carla Lonzi, Autoritratto, La Tartaruga, 2024
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E non scappare mai
14.07.2025
Chi era davvero Miriam Mafai? Giornalista, scrittrice, politica italiana ma anche moglie, madre e figlia di due artisti: il pittore Mario Mafai e la scultrice Antonietta Raphaël. Nel libro E non scappare mai, Annalista Cuzzocrea, editorialista e inviata di Repubblica, ci consegna un punto di vista sulla donna e professionista, attingendo a lettere e taccuini inediti. Ci interessa perché nella narrazione ritroviamo anche i genitori alle prese con la difficoltà di affermarsi nel mercato dell’arte degli anni Cinquanta e Sessanta in Italia e in Francia.
Annalisa Cuzzocrea, E non scappare mai, Rizzoli
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Vite nell’oro e nel blu
08.07.2025
Cosa succede nella Roma degli anni Cinquanta mentre in America Andy Warhol, Robert Rauschenberg e Jasper Johns stanno vivendo la loro luminosa stagione? Circolano quattro esistenze eccentriche, sono Mario Schifano, Tano Festa, Franco Angeli e Francesco Lo Savio. La penna che scrive il romanzo Vite nell’oro e nel blu è di Andrea Pomella, ci interessa perché lo scrittore ci restituisce un mondo caro agli amanti dell’arte e ai collezionisti, fatto di storie non di valutazioni di mercato.
Andrea Pomella, Vite nell’oro e nel blu, Einaudi, 2025
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L’ANTIVASSALLI
25.06.2025
Eugenio Gazzola, saggista e organizzatore culturale, firma un libro su Sebastiano Vassalli, scrittore di successo ma anche poeta e pittore. Vassalli lo conosciamo per il suo romanzo La chimera (premio Strega, 1990), ma in molti non hanno mai visto i suoi quadri pop, dipinti all’inizio degli anni ’60, che Studio Gariboldi ha raccolto con pazienza e passione. Con passione e competenza Eugenio Gazzola, compone il saggio L’ANTIVASSALLI, che nelle quasi 200 pagine racconta molto a chi ama il poeta, lo scrittore e anche (soprattutto nel capitolo 6) l’artista.
Avremo Gazzola in galleria a dicembre a parlare del suo libro, giovedì 11, alle ore 17, posti limitati con prenotazione obbligatoria a press@studiogariboldi.com
Eugenio Gazzola, L’ANTIVASSALLI, Le Lettere, Florence 2025
Photo Contest
Fotografare una mostra
09.06.2025
Fotografare una mostra
Dopo il successo della prima edizione del contest Fotografare una mostra, Studio Gariboldi ha deciso di proporre una nuova edizione del bando dedicato a giovani fotografi under 30, sia professionisti che studenti.
Fotografare una mostra allestita in una galleria d’arte è un compito complesso, spesso affidato a fotografi professionisti di esperienza o, in alcuni casi, agli stessi galleristi. Restituire visivamente le opere e l’allestimento nella loro completezza richiede cura, sensibilità e attenzione ai dettagli. Ogni scatto deve essere al tempo stesso chiaro, leggibile, efficace e armonico.
L’obiettivo del contest è selezionare un giovane fotografo o una giovane fotografa per documentare la prossima mostra in galleria, prevista per ottobre 2025.
I candidati dovranno inviare:
1. il proprio curriculum vitae;
2. una breve lettera motivazionale;
3. tre fotografie di interni arredati (in formato jpg o tiff), che evidenzino le competenze tecniche e lo sguardo autoriale.
La scadenza per la presentazione del materiale è fissata al 15 settembre 2025.
Come nella precedente edizione, al vincitore o alla vincitrice verrà garantita una retribuzione per la prestazione professionale e un’adeguata visibilità attraverso i canali social di Studio Gariboldi e la nostra newsletter.
Le candidature vanno inviate all’indirizzo:press@studiogariboldi.com
A partire dal 16 settembre verrà data risposta a tutte le e-mail ricevute.
Press
Jean Arp il falso avanguardista
05.05.2025
Studiando il passato per capire meglio il presente, ci siamo imbattutti in una lettura sorprendente.
Alla XXVII Biennale di Venezia, nel 1954, Jean Arp veniva accolto così… poi negli anni ‘60 le cose cambieranno!
“Fu Jean Arp che inventò il buco”
“Jean Arp, francese di Strasburgo e assai tedesco di educazione e di gusto, è il vincitore del massimo premio veneziano per la scultura: un milione e mezzo, il Premio della Presidenza del Consiglio del Ministri. Jean-Arp è un famoso «cannone» dell’avanguardia, e come cannone è dunque un gran bucatore o facitore di buchi. Ed è forse lui l’inventore primo del buco in arte; ed è peccato che non abbia pensato a prendersi il brevetto, perché dopo, da Henry Moore a Lucio Fontana, i buchi di ogni misura si sono spaventosamente moltiplicati, e tutta la Biennale pare una specie di schiumarola. Ma, tempo verrà che i buchi fian tappati. Anzi, a Milano c’è già un pittore che dipinge coi chiodi e che ha dichiarato di voler superare le spazialismo tappando proprio i buchi di Lucio Fontana. E, dopo il buco, vedremo il tappo alia XXVIII Biennale? Speriamo di sì. Jean Arp, con Brancusi, con Giacometti e con altri « cannoni» internazionali della scultura, è uno di quei falsi avanguardisti responsabili della confusione terribile delle idee e della riduzione della scultura moderna al puro nulla.”