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Bookflow
Le città del mondo
II-VII-MMXXIV
Molti di noi sono abituati a prendere appunti durante i viaggi, per non dimenticare, per riflettere una volta tornati a casa, per collezionare momenti. Eraldo Affinati nel suo libro Le città del mondo, ci propone il suo sguardo e i suoi pensieri sulle trecento città della sua vita. Roma e il giardino degli aranci, Tirana e le piazze che ricordano i quadri di De Chirico, Mosca e la chiesa di San Giovanni il Guerriero. Luoghi che l’autore ha visitato realmente, con la fantasia, oppure ha sognato.
Questo libro ci interessa perché è un labirinto che a ogni curva evoca mondi e ci spinge a costruirne altrettanti. Trecento pagine fertili, capaci di accendere luci e una domanda: Quante sono le città della nostra vita? Già solo per rispondere varrebbe la pena di prendere la penna e di iniziare a stilare l’elenco.
Eraldo Affinati, Le città del mondo, Feltrinelli, 2024
I nostri progetti
Panorama Monferrato
XXVI-VI-MMXXIV
Panorama Monferrato
La nostra galleria partecipa al progetto Panorama Monferrato, che si terrà dal 4 all’8 settembre 2024.
Panorama Monferrato accoglierà un percorso espositivo a cura di Carlo Falciani, che coinvolge 61 gallerie con opere site-specific. All’interno del progetto Studio Gariboldi presenta un’opera dell’artista Salvatore Scarpitta.
Il progetto Panorama propone una mostra diffusa nelle suggestive località del Monferrato, con l’obiettivo di creare un “racconto speciale” che unisca arte antica, moderna e contemporanea. Ispirata al dialogo del 1574 di Stefano Guazzo, che promuoveva la “civile conversazione” come strumento di mediazione e crescita comunitaria, la mostra si snoda attraverso quattro paesi (Camagna, Vignale, Montemagno, Castagnole), interpretando il percorso come un viaggio iniziatico. Ogni tappa affronta temi che vanno dai contrasti quotidiani alla spiritualità dell’arte, proponendo l’arte come mezzo per comprendere e affrontare le trasformazioni sociali attuali e future.
Press
Intervista a Giovanni Gariboldi
XXIV-VI-MMXXIV
Italics intervista Giovanni Gariboldi
“A volte un’opera modifica lo spazio altre volte è il contrario. Nel mio lavoro cerco di trovare assonanze e connessioni oppure lavoro per contrasti, ma sempre cercando un’armonia dell’insieme.”
Giovanni Gariboldi
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Francesca Woodman
XI-VI-MMXXIV
“La storia non è nell’immagine, ma nel nostro rapporto con l’immagine, in ciò che essa deposita in noi”.
A partire da questa considerazione Bertrand Schefer scrive il libro Francesca Woodman, una narrazione breve che parla di lei, la cerca, la ricostruisce, vorrebbe sottrarla all’oblio non tanto come artista, ormai consacrata, ma come creatura umana. Woodman è una stella che lascia una scia luminosa potente, entra nell’empireo dell’arte con una velocità spaventosa e nello stesso spavento lascia la terra per sua volontà a ventitrè anni.
L’autore, a tratti commovente, a tratti capace di stupire, ci lascia interrogativi e riflessioni sul potere delle immagini fotografiche e qualche elemento sconosciuto di lei.
Ci interessa (molto) perché sottolinea come lo sguardo che sfiora la superficie di un’immagine possa soddisfare il piacere di un istante e al tempo stesso spingerci alla ricerca della profondità. Soprattutto quando ci troviamo di fronte a un’opera d’arte. È una possibilità, non un obbligo, e secondo noi ne vale la pena.
Bertrand Schefer, Francesca Woodman, Johan & Levi Editore, 2024.
Arte & Cinema
“Il silenzio dell’uomo”
X-VI-MMXXIV
Ancora una volta Giovanni Covini ci ha portato nel suo mondo cinematografico e ci ha proposto il suo punto di vista differente per leggere le immagini.
Uno dei partecipanti ha commentato così: “Tecnico ma accessibile, intenso ma non tedioso. Il tempo vola tra la visione delle immagini, la spiegazione tecnica e le contemporanee riflessioni indotte dalle proprie esperienze personali.” Paolo Umbriano
Il prossimo appuntamento è sabato 22 giugno dalle ore 10.30 alle 12.30, info e iscrizioni a: press@studiogariboldi.com
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Il silenzio della materia. La poetica del Muro di Antoni Tàpies
VII-VI-MMXXIV
È appena uscito per Marsilio a firma di Massimo Recalcati, un piccolo e interessante libro su Antoni Tàpies. Noi che frequentiamo le sue opere in galleria, lo abbiamo letto e abbiamo trovato un originale sguardo psicoanalitico sul lavoro del maestro catalano. Molte le riflessioni che partono dalle opere ma arrivano dirette a noi e alle nostre vite, quella sulla croce, per esempio, un simbolo utilizzato dall’artista nei suoi lavori, “che oscilla verso la X dell’enigma o verso la X dell’incognita”, una X che “sorge dalla cancellazione dell’Io”. O ancora l’approdo alla poetica del muro. I quadri che si trasformano in muri e i colori grigio, nero e ocra, una rinuncia alle scorciatoie del colore e della forma.
Ci interessa perché riflette sul processo creativo dell’artista e sulla forza metaforica delle sue scelte espressive. Scrive Recalcati: “incontrare il reale del proprio muro non significa cadere in un silenzio senza speranza, ma fare di questo silenzio la materia per una poetica sino a quel momento impensabile”.
Massimo Recalcati, Il silenzio della materia. La poetica del Muro di Antoni Tàpies, Marsilio, 2024.
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Quando ci scopriremo poeti nessuno potrà prenderci
III-VI-MMXXIV
“Quello che non vedo non è più un ostacolo: è desiderio. Non vedere è attesa di vedere.”
Siamo abituati a guardare sempre tutto, a voler guardare e a riuscire a farlo. Ma non tutto è alla portata dei nostri occhi, non tutto ci è svelato. Ecco allora l’indicazione dell’autrice, trasformare l’ostacolo in risorsa, alimentare il desiderio.
Ci interessa perché spesso siamo portati a guardare le opere d’arte solo come oggetti appesi ai muri e crediamo che la visione sia un’azione solo individuale. Invece, guardare insieme, a volte ci permette di vedere qualcosa in più. Il libro di Chicca Gagliardo è un’esperienza e può essere usato come una mappa riflessiva di orientamento oppure il suo contrario. Disorientarsi, perdere i punti di riferimento noti, per riscoprirsi e riscriversi.
Chicca Gagliardo, Quando ci scopriremo poeti nessuno potrà prenderci, Hacca edizioni, 2024
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Sul guardare
XXVII-V-MMXXIV
La luce non è l’opposto del buio e questo per John Berger è un dato di fatto non solo una metafora. La luce non è uniforme e costante, o almeno può esserlo solo in rare circostanze, al mare o in montagna. La luce chiama l’occhio e, ovunque essa si trovi, il nostro sguardo la cerca. È un bel punto di partenza per riflettere sul nostro modo di guardare e nella raccolta di saggi critici di John Berger, ogni incontro con le opere d’arte diviene un’esperienza reale.
Ci interessa perché Berger disvela come il vedere venga prima delle parole e come il guardare sia l’inizio di ogni nostro personale racconto.
John Berger, Sul guardare, Il Saggiatore, traduzione di Maria Nadotti, Milano 2017.
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La vita delle forme
Filosofia del reincanto
XIV-V-MMXXIV
“Collezionare significa abbandonarsi al desiderio di amare con la medesima intensità e la medesima cura più di un oggetto senza scegliere, mai, un amore esclusivo.”
La vita delle forme è una intensa e lunga riflessione su quanto ci definiamo in base agli oggetti che scegliamo.
Ci interessa perché riflette sulla relazione tra noi e “le cose”, siano esse opere d’arte che oggetti di uso quotidiano.
Emanuele Coccia, Alessandro Michele, “La vita delle forme, Filosofia del reincanto”, HarperCollins, Milano 2024
Vita in galleria
“A questo serve il corpo”
XIII-V-MMXXIV
“A questo serve il corpo” di Roberta Scorranese
in dialogo con il poeta Mario De Santis
Il tempo medio di sosta davanti a un’opera d’arte non supera gli 8 secondi. Partendo da questa ricerca della Tate Gallery di Londra, Roberta Scorranese ci ha raccontato il suo particolare modo di guardare i quadri, soprattutto quelli che ritraggono i corpi delle donne. Non attualizzare le opere, via i telefonini, non confondere la vita dell’artista con la sua produzione artistica, sono alcuni dei suggerimenti di Scorranese ma soprattutto non dobbiamo aver paura di guardare davvero.
Tra le pagine di “A questo serve il corpo”, l’autrice conduce i nostri sguardi su opere famose offrendoci un modo per vederle con nuovi occhi. Con calma.
Opening
I FEEL GOOD
VI-V-MMXXIV
Opening giovedì 9 maggio dalle ore 11.00 alle ore 20.00
Studio Gariboldi apre giovedì 9 maggio la mostra “I Feel Good”, una mostra pensata per raccontare come le icone della cultura pop siano entrate nelle opere di una ventina di grandi artisti.
Aldo Mondino, Al Hansen, Claes Oldenburg, Dino Buzzati, Katsumi Nakai, Keith Haring, Key Hiraga, Lucio Del Pezzo,Mary Bauermeister, Milena Milani, Nobuya Abe, Remo Bianco, Salvo, Sebastiano Vassalli, Stefano Arienti e Valerio Adami.
Dal 9 maggio al 26 luglio 2024 in corso Monforte 23, Milano
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A QUESTO SERVE IL CORPO
Viaggio nell’arte attraverso i corpi delle donne
XXIX-IV-MMXXIV
Apparizioni, cadute, mogli bellissime e una poesia di Patrizia Cavalli che concede parole speciali al titolo del libro. Il viaggio che Roberta Scorranese propone non è unicamente di forma, quella dei corpi, ma è anche di sostanza, la profondità del nostro guardare. Se da un lato è tutta una questione di luce, dall’altro uno dei sensi maggiormente abusati, la vista, riprende valore nelle pagine di questo saggio. A fine lettura il libro potrà essere utilizzato come una mappa di orientamento per ritornare sulle opere d’arte conosciute e riappropriarsene da un punto di vista differente.
Ci interessa perché contribuisce ad affinare la nostra capacità di guardare i capolavori dell’arte.
Roberta Scorranese, A questo serve il corpo, Viaggio nell’arte attraverso i corpi delle donne. Bompiani, 2023