
We are working on the new exhibition
Opening October 16, 2025
Summer closure from July 21 to September 1
We are always available by email: press@studiogariboldi.com
Dialogues
When you enter in an art gallery or a museum, do you notice the furniture?
Materials, proportions, transparencies—every object reflects an era, a vision, a gesture.
Here, we present two elements that continue to shape our visual landscape:
1. The vase: Carlo Scarpa, pulegoso glass with iridescent surface and lateral applications, 1940s–50s. Produced by Venini & C., Murano.
2. The painting: Nobuya Abe, Composizione gialla, 1964.
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Dialoghi
Quando entrate in una galleria, vi accorgete degli arredi e degli oggetti di design?
Materiali, proporzioni, trasparenze: ogni scelta del gallerista racconta un’epoca, una visione, uno stile.
Qui ve ne mostriamo due, che accompagnano il nostro quotidiano.
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The artist’s studio tells the story of his world.
Sleds, chairs, flags, pieces of wood, cars, books, helmets, straps, bands, bandages, ladders, trolleys—these are the materials that offer key insights into the profound understanding of this artist’s work.
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L’atelier dell’artista racconta la storia del suo mondo.
Slitte, sedie, bandiere, pezzi di legno, automobili, libri, caschi, cinghie, fasce, bende, scale, carrelli, sono i materiali che aggiungono elementi importanti per la profonda conoscenza del lavoro di questo artista.
Salvatore Scarpitta, nel suo atelier in Guilford Avenue, Baltimore, 1990
Atelier di Salvatore Scarpitta in Guilford Avenue, Baltimore, 2007
Courtesy Luigi Sansone
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Focus on Japan
We have the pleasure to present our highlights on the exhibitions of Japanese artists who had a connection with Italy in the 1950s and 1960s.
Gallery Exhibitions:
concept and curatorship by Giovanni Gariboldi
Aiko Miyawaki, Sculpture 1965–75, 2024/2025
Limiti di equilibrio, Nobuo Sekine, 2024
Nobuya Abe, 2020
Katsumi Nakai, 2019
Japan, 2016
Key Hiraga, 2015
Yayoi Kusama, 2013
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IDEA: Feminine, singular. The idea is not created, it’s revealed.
Ben Vautier, IDEA, 1971, acrylic on canvas.
Paolo Scheggi, 3 Lamps, 1964, aluminum, metal, and lights.
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IDEA: femminile, singolare, non si crea, si scopre.
Ben Vautier, Idea, 1971, acrilico su tela.
Paolo Scheggi, 3 Lampade, 1964, alluminio, metallo e apparato luminoso.
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The artist’s atelier tells the story of his world. Brushes, colors, canvases, and materials provide essential insights into a deeper understanding of the artworks.
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L’atelier dell’artista racconta il suo mondo.
Pennelli, colori, tele e materiali aggiungono elementi importanti per la profonda conoscenza delle opere d’arte.
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Katsumi Nakai, nel suo atelier, Milano, 1965
courtesy Galleria Del Naviglio, Milano
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Questo articolo chiude il ciclo delle recensioni al vetriolo che stroncano senza pietà alcuni tra i più grandi artisti del Novecento.
È prerogativa delle avanguardie non essere comprese dal proprio tempo.
C’è da meditare!
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1954, XXVII Biennale di Venezia.
Su Enrico Prampolini
“No, non sono macchie d’inchiostro, nè sono ignoti profili geografici. Può darsi, tuttavia, che questo “polimaterico” (composto da molte materie) del 1954 intitolato “Apparizioni bioplastiche” tragga vagamente origine nel microscopio. Prampolini fu futurista un po’ in ritardo - per ragioni di età, essendo nato nel 1894 - ma bisogna dire che più o meno tese sempre verso un vacuo e formale astrattismo. Sta forse adesso accostandosi al nuclearismo, alla pittura atomica?”
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